Il secondo, ed ultimo incontro del professor
Verdecchia Giuseppe, di “Parola, poesia e musica” si è svolto nella sala
consiliare, venerdì 10 ottobre . L’argomento proposto è stato il VII Canto
dell’inferno dantesco, la trattazione dell’argomento per far capire che la
musicalità delle parole può rendere un messaggio eterno e come la musica a
volte sia più importante delle parole.
Questo Canto, spiegato, in una maniera
unica e personale, è di una bellezza sconvolgente ma nel contempo è di difficile
comprensione ed ha richiesto sette anni di studi per trovare al suo interno ciò
che emoziona.
Per illustrare meglio il Canto e rendere la serata meno pesante il commento del brano è stato intervallato da momenti musicali e dalla visione di una scena del film: “Miracolo a Milano” in cui due protagonisti negoziavano la compravendita di un terreno emettendo delle parole che alla fine si tramutavano in suoni per similitudine come quello che accadeva nel VII Canto in cui gli avari e prodighi erano condannati a spingere dei grossi massi e quando si scontravano si insultavano tra loro con parole senza senso.
Per illustrare meglio il Canto e rendere la serata meno pesante il commento del brano è stato intervallato da momenti musicali e dalla visione di una scena del film: “Miracolo a Milano” in cui due protagonisti negoziavano la compravendita di un terreno emettendo delle parole che alla fine si tramutavano in suoni per similitudine come quello che accadeva nel VII Canto in cui gli avari e prodighi erano condannati a spingere dei grossi massi e quando si scontravano si insultavano tra loro con parole senza senso.
Dante li accomuna nel V cerchio dell’inferno
perché entrambe commettono un peccato gravissimo: il piacere dell’avere e il piacere
del dare sta ad indicare un attaccamento più alle cose che alle relazioni
umane. Dopo la lettura e spiegazione del Canto il professor Verdecchia ha
evidenziato come il suono è sempre più importante del significato.
Al termine è
stata proiettata sullo schermo la declamazione, emozionante, eseguita da Vittorio
Gassman, brillante esecuzione di livello
irraggiungibile dove l’attore è riuscito a fondere il significato col suono.
Un incontro didattico formativo durante il quale i presenti hanno potuto riscoprire come in questo VII Canto Dante, oltre alla musicalità sia riuscito a coniugare una serie di parole, a volte senza rima, in un testo che ancora oggi è considerato un’opera d’arte della letteratura italiana.
Un incontro didattico formativo durante il quale i presenti hanno potuto riscoprire come in questo VII Canto Dante, oltre alla musicalità sia riuscito a coniugare una serie di parole, a volte senza rima, in un testo che ancora oggi è considerato un’opera d’arte della letteratura italiana.
Un grazie al professor Verdecchia e agli organizzatori
per questa brillante idea all’insegna della cultura.
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