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lunedì 22 dicembre 2014

Umberto Jacopo Laureti pianista e concertista

Di seguito si riporta la biografia dell'artista ed il programma da sala del concerto che si terrà sabato 27 dicembre alle ore 21,00 presso la chiesa di S.Giacomo Maggiore. Per chi volesse conoscere meglio l'artista può collegarsi al sito: http:/www.umbertojacopolaureti.com

Umberto Jacopo Laureti

Programma

F. SCHUBERT- Improvvisi op. 142 n. 1 e n. 4 D. 935
W. A. MOZART - Variazioni K 460 su “Come un agnello”
F. BUSONI - Toccata (Preludio, Fantasia, Ciaccona)
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S. RACHMANINOV - Variazioni su un tema di Corelli op. 42
F. LISZT - Parafrasi da Concerto sul Rigoletto di G. Verdi

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Umberto Jacopo Laureti, nato a San Benedetto del Tronto nel 1991, inizia gli studi musicali all’età di sei anni. Nel 2003 viene ammesso al Conservatorio “G. B. Pergolesi” dove consegue nel 2012 il Diploma Accademico di primo livello con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore.
Ha studiato pianoforte e musica da camera con Enrico Belli, Gianluca Luisi e Alessandra Gentile.

Umberto ha partecipato a masterclasses con Christopher Elton, Jean Efflam Bavouzet, Pascal Devoyon, Kathryn Stott, Claudio Martinez Mehner, Jeffrey Swann, Jin Ju, Yevgeni Sudbin, Catherine Vickers, Andreij Jasinski, Salvatore Accardo e il Trio di Parma.
Ha vinto il primo premio in numerosi concorsi nazionali e internazionali (Pesaro 2011, Roma 2009…); nel 2013 risulta inoltre vincitore assoluto della Nuova Coppa Pianisti ed è stato premiato al Premio Venezia.

Ha eseguito concerti di Bach (BWV 1056), Mozart (K 414), Beethoven (Fantasia Corale e Triplo Concerto), Mendelssohn (n. 2 op. 40), Schumann (op.54), Janacek (Concertino) con il M° Moles e l’orchestra del Conservatorio “Pergolesi”, Camerata Classica, Orchestra Vivaldi, Sinfonietta Gigli, l’ensemble e l’orchestra della Royal Academy of Music.
Umberto ha suonato diffusamente in Italia, Germania e Regno Unito e ha di recente debuttato in prestigiose sale, quali Teatro La Fenice e Teatro Malibran di Venezia, Regent Hall, St. James Piccadilly e Royal Albert Hall (Elgar Room) di Londra.
Sotto la guida di Ian Fountain ha recentemente conseguito, presso la Royal Academy of Music di Londra, il Master of Arts con il massimo dei voti e il Dip RAM (il più alto riconoscimento accademico assegnato dalla stessa istituzione).
Attualmente  si sta perfezionando con Benedetto Lupo presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Note al programma

Gli Improvvisi di Schubert appartengono all’ultimo anno di vita del compositore viennese (1828) e riflettono tutti gli aspetti principali della sua poetica. A cavallo tra forme classiche e tendenze romantiche, la sua musica è caratterizzata da una vena fortemente lirica e da accenti malinconici. Il primo Improvviso presenta un impianto simile a quello di un primo tempo di Sonata, ma la sua sezione centrale si pone come un episodio quasi a sé: si tratta di una tipica scena schubertiana tratta dal mondo della liederistica, un dialogo tra due personaggi che si interrogano e si rispondono, sullo sfondo un accompagnamento di arpeggi. L’ultimo, il n. 4, è in forma di Rondò e ha il carattere di una rapida danza popolare con un forte piglio virtuosistico.

Le Variazioni di Mozart (1756-1791) su Come un agnello (da i due litiganti di Sarti) sono un omaggio al mondo dell’opera. Si tratta di un pezzo brillante, vivace, e possiamo facilmente immaginare Mozart che improvvisa su un popolare motivo d’opera italiana. In questo senso, è bene ricordare che la stessa aria è citata nella “hit parade” presente nell’ultimo atto del Don Giovanni.

Ferruccio Busoni (1866-1924) fu una figura chiave della musica e della cultura mittleuropea. La sua Toccata, un pezzo tardo ma tra i più riusciti, è stato scritto come un omaggio a Frescobaldi (infatti ad epigrafe del pezzo è posta una ironica citazione dello stesso Frescobaldi: “Non senza difficoltà si arriva al fine”). Il pezzo contiene temi dalla sua Opera Doktor Faust, e il clima generale del pezzo è tra il mistico e il demonico. Tra i più audaci pezzi virtuosistici del repertorio pianistico, la Toccata si caratterizza anche per il suo stile puramente neoclassico, un misto di vecchio e nuovo (vecchio nelle forme, nuovo nel linguaggio- tra il tonale e il modale), un pezzo quasi oggettivo dominato da una sua inesorabile logica.

Le Variazioni su un tema di Corelli di Sergej Rachmaninov (1931) sono dedicate a Fritz Kreisler, il celebre violinista che suonava spesso in duo con il compositore stesso. Questa collaborazione ebbe un enorme influenza su Rachmaninov, infatti entrambi i suoi tardi capolavori (le Variazioni su Corelli e la Rapsodia su Paganini) sono ispirati a pezzi violinistici e in diverse variazioni vi è il tentativo di trasporre sul pianoforte la tecnica violinistica. 

Le variazioni non sono basate su un motivo originale di Corelli, ma sulla celebre Folia, un tema popolare spagnolo su cui molti compositori scrissero delle variazioni. Quelle di Corelli sono naturalmente le più famose e quelle su cui Rachmaninov si basò a sua volta. In generale, questa serie di variazioni è caratterizzata da una tessitura altamente polifonica e cromatica, alcune influenze jazzistiche e un tipo di scrittura che sembra contorcersi su stessa, deformando (più che variando) il tema ad ogni passo. Queste caratteristiche del suo stile tardo sono unite ad altre tipiche di Rachmaninov, la nostalgia russa (riflessa nell’elemento delle campane) insieme ad una visione tragica e quasi nichilista della vita, come ricordato dal motivo del Dies Irae così spesso citato.

Chiude il programma la celebre Parafrasi da concerto sul Rigoletto di Giuseppe Verdi. Si tratta di un ulteriore omaggio al mondo dell’opera italiana; la parafrasi  è una trascrizione fedele del celebre quartetto “Bella figlia dell'amore”: al calore e alla luce tipicamente italiani dell'originale verdiano si aggiungono l'impeto giovanile, le difficoltà trascendentali e l'esuberanza del giovane compositore.

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