La festa dedicata al Santo ha origini antiche risalenti al XIV secolo. Nel passato secondo una credenza popolare tale ricorrenza aveva un’importanza primaria per l’economia dei paesi a prevalente attività agricola ed allevamenti di animali.
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Oggi questo ruolo si è ridimensionato. Figlio di una agiata famiglia di agricoltori, ricevuta un’ingente eredità si preoccupò di garantire una degna esistenza alla sorella minore ed il suo patrimonio lo diede ai poveri, facendo sua la frase della Bibbia: “Vendi quello che hai e dallo ai poveri” e si ritirò a vita di eremita nel deserto.
Il frate dalla lunga barba bianca, detto anche il Grande e l’Anacoreta oltre ad essere il Patrono dei contadini e protettore degli animali domestici in Occidente è anche il Santo protettore dei macellai e dei salumieri.
Fu inoltre reputato taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Nell’iconografia realizzata dall’ordine degli Ospedalieri Antoniani viene ritratto in età avanzata, mentre cammina scuotendo un campanello (come facevano gli Antoniani) con ai piedi un maialino, animale dal quale ricavavano le sostanze da spalmare sulle piaghe, il bastone da pellegrino che termina con croce a forma di tau, simbolo che gli Antoniani portavano cucita sull’abito (trauma in greco significa stupore, meraviglia di fronte al prodigio).
La tradizione in questa giornata prevede la S.Messa in onore al Santo, la benedizione degli animali e delle campagne, la distribuzione delle pagnottelle ed il lunario del campagnolo da appendere nelle stalle come segno di protezione dalle malattie per gli animali.
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