Orologio

martedì 18 giugno 2024

Ricorrono ottant'anni dall'eccidio di Marina di Massignano

Sono passati 80 anni dall’eccidio nazista perpetrato il 18 giugno 1944 a Marina di Massignano. Con una cerimonia semplice e toccante si sono commemorati i dodici cittadini locali trucidati per rappresaglia dall’esercito tedesco con comando base a Villa Malerbi dei Vinci.

Al ricordo di questo efferato eccidio hanno partecipato: il Sindaco di Massignano, Massimo Romani, i Sindaci dei paesi limitrofi, un consigliere della Provincia, il Comandante dei Carabinieri di Montefiore dell’Aso, l’Associazione Nazionale Bersaglieri sezione di Campofilone, un rappresentante della Capitaneria di Porto, diversi cittadini e parenti delle vittime.

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Prima della deposizione delle corone di alloro nei due punti dove furono uccisi i 12 cittadini, sei nel fossato e sei vicino la ferrovia, ci si è fermati davanti la chiesetta per un momento di riflessione.

Il Sindaco di Massignano si è soffermato sull’episodio ribadendo l’importanza di ricordare il passato per costruire un futuro di pace. A tal proposito ha voluto leggere una poesia, che racconta in modo esaustivo quanto accaduto in quel giorno, tratta da un lavoro scolastico fatto dalla scuola di Massignano in occasione dei 50 anni della Resistenza e Liberazione, composta da Francesco de Angelis. 

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Nel retrospiaggia, vicino al mare è stata celebrata la S. Messa officiata dal parroco Don Osvaldo in ricordo dei 12 concittadini uccisi. Si riporta di seguito la poesia, letta dal Sindaco e scritta da Francesco De Angelis:

Eccidio del 18 giugno 1944

Siete venuti da lontano

preceduti dal terrore

come belve inferocite

sparpagliate in cerca di preda.

Siete entrati nelle case,

minacciosi con le armi in pugno.

Noncuranti di lamenti

delle donne e dei bambini

pacifici uomini inermi sequestraste.

Portatili in luogo appartato

foste seguiti e poi raggiunti

da una bimba che piangendo

gridava: “Ridatemi il babbo mio!”.

Alla piccola restituiste il suo papà.

Non fu per pietà

ma per errore di calcolo.

Con una beffa bestiale

gli regalaste manufatti di tabacco

poi con la legge della giungla

trucidaste quegli innocenti.

Compiuto il grave misfatto

siete tornati al vostro reparto.

In quel sangue a terra versato

quante lacrime sono cadute,

quanti pianti, gridi di vendetta. 

Quei corpi inanimati

nelle bare furono collocati

e in chiesa trasportati.

I parenti e tutto il paese

presero parte con dolore al funerale

verso il cimitero seguendo le bare.

Non fu una pacifica processione

ma una manifestazione

tumultuosa, minacciosa, imprecante.

Poi giunsero al camposanto.

Ad uno a uno, con la pietà di tutti,

quei feretri furono tumulati.

Voi, esecutori,

se dai lontani vostri casolari,

ricordando quell’eccidio

vi sentite una stretta al cuore

datevi pace.

Sull’esempio del Salvatore

il perdono vi è stato dato

quel perdono che dà gioia,

che cancella odio e vendetta, 

che unisce, affratella

gli uomini di qualsiasi terra.

(Francesco De Angelis)


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