Sono passati 80 anni dall’eccidio nazista perpetrato il 18 giugno 1944 a Marina di Massignano. Con una cerimonia semplice e toccante si sono commemorati i dodici cittadini locali trucidati per rappresaglia dall’esercito tedesco con comando base a Villa Malerbi dei Vinci.
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Prima della deposizione delle corone di alloro nei due punti dove furono uccisi i 12 cittadini, sei nel fossato e sei vicino la ferrovia, ci si è fermati davanti la chiesetta per un momento di riflessione.
Il Sindaco di Massignano si è soffermato sull’episodio ribadendo l’importanza di ricordare il passato per costruire un futuro di pace. A tal proposito ha voluto leggere una poesia, che racconta in modo esaustivo quanto accaduto in quel giorno, tratta da un lavoro scolastico fatto dalla scuola di Massignano in occasione dei 50 anni della Resistenza e Liberazione, composta da Francesco de Angelis.
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Nel retrospiaggia, vicino al mare è stata celebrata la S. Messa officiata dal parroco Don Osvaldo in ricordo dei 12 concittadini uccisi. Si riporta di seguito la poesia, letta dal Sindaco e scritta da Francesco De Angelis:
Eccidio del 18 giugno 1944
Siete venuti da lontano
preceduti dal terrore
come belve inferocite
sparpagliate in cerca di preda.
Siete entrati nelle case,
minacciosi con le armi in pugno.
Noncuranti di lamenti
delle donne e dei bambini
pacifici uomini inermi sequestraste.
Portatili in luogo appartato
foste seguiti e poi raggiunti
da una bimba che piangendo
gridava: “Ridatemi il babbo mio!”.
Alla piccola restituiste il suo papà.
Non fu per pietà
ma per errore di calcolo.
Con una beffa bestiale
gli regalaste manufatti di tabacco
poi con la legge della giungla
trucidaste quegli innocenti.
Compiuto il grave misfatto
siete tornati al vostro reparto.
In quel sangue a terra versato
quante lacrime sono cadute,
quanti pianti, gridi di vendetta.
Quei corpi inanimati
nelle bare furono collocati
e in chiesa trasportati.
I parenti e tutto il paese
presero parte con dolore al funerale
verso il cimitero seguendo le bare.
Non fu una pacifica processione
ma una manifestazione
tumultuosa, minacciosa, imprecante.
Poi giunsero al camposanto.
Ad uno a uno, con la pietà di tutti,
quei feretri furono tumulati.
Voi, esecutori,
se dai lontani vostri casolari,
ricordando quell’eccidio
vi sentite una stretta al cuore
datevi pace.
Sull’esempio del Salvatore
il perdono vi è stato dato
quel perdono che dà gioia,
che cancella odio e vendetta,
che unisce, affratella
gli uomini di qualsiasi terra.
(Francesco De Angelis)
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